17 settembre 2018 | Intervista a Fabrizio Ippolito D’Avino

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Vado a trovare il Duro Fabrizio D’Avino nel suo studio in campo ai Frari, il compito è quello di farmi raccontare “chi è” e “come mai” è approdato al sodalizio della Duri i Banchi. E’ con noi da un anno e ad oggi ha il numero 49: un vero ragazzino tra i Duri. Bisogna farlo conoscere meglio mi son detto, e per questo di seguito pubblico le sue parole:

“Mi chiamo Fabrizio Ippolito D’Avino e sono nato a Venezia il 13 agosto 1974. Il 13 è il mio numero preferito, mi piace dirlo con orgoglio soprattutto agli anglosassoni che lo considerano sfortunato. Il 13 agosto è dedicato a Sant’Ippolito, proprio il nome del mio bisnonno da cui ho felicemente ereditato il nome. Ho due fratelli che per lavoro si sono trasferiti a Milano e Firenze, sono affezionato a loro e a Venezia che considero come un’ideale sorella. Penso molto spesso alla nostra splendida città, soprattutto quando per lavoro o per vacanza vado “in terraferma”. A Venezia ho incontrato la mia anima gemella Claudia, anche lei veneziana, con la quale ho avuto il mio adorato figlio Alberto. Credo di aver avuto nella vita tre grandi fortune: quella di nascere in una famiglia speciale, quella di avere una mia famiglia che amo moltissimo e quella di essere nato nella più bella città del mondo.

Faccio l’avvocato e sono specializzato in diritto penale e in diritti umani. Dopo essermi laureato avendo studiato anche in università estere (in Olanda e negli Stati Uniti) sognavo una carriera internazionale che mi avrebbe portato a viaggiare frequentemente (viaggiare mi stimola ed è una delle cose che più mi entusiasmano). Dopo un’esperienza lavorativa negli Stati Uniti ho avuto una buona proposta di lavoro a Milano che ho accettato. Poi, dopo quasi dieci anni (tra studi e lavoro) fuori dalla nostra città, ho deciso di intraprendere la libera professione e di tornare a Venezia approfondendo gli studi nel diritto penale seguendo gli insegnamenti del mio stimatissimo dominus l’avv. Elio Zaffalon.

Il mio carattere e la mia vocazione verso gli studi dei diritti umani mi hanno avvicinato sin dall’inizio della mia carriera all’approfondimento dello studio del diritto degli stranieri e quindi, oltre ad associarmi alla Camera Penale Veneziana, mi sono associato all’ASGI (Associazione per gli studi Giuridici sull’Immigrazione) e, dopo averne maturato i requisiti, ad iscrivermi nella lista degli avvocati abilitati a patrocinare avanti la Corte Penale Internazionale dell’Aja. Ora unitamente a molti esperti colleghi ho fondato la prima camera degli avvocati immigrazionisti (CAIT). La partecipazione a queste associazioni mi ha consentito di entrare in contatto con colleghi estremamente preparati, dai quali negli anni ho potuto imparare moltissimo. Per questo credo molto nell’associazionismo.

L’Associazione Duri Banchi raggiunge i propri obiettivi – amarsi, beneficare e divertirsi – dal 1903 con successo. L’ho  capito dal primo giorno in cui sono entrato. I miei due padrini Piero Reis e Alvise Marzollo mi hanno insegnato con il loro esempio quanto importante sia nella Duri Banchi partecipare a tutti gli incontri e discutere sui temi e sulle proposte scelti dalla associazione. La Duri Banchi l’ho conosciuta inizialmente tramite i racconti dell’amico di infanzia e duro Marco Vorano. Ho subito pensato che doveva essere un’associazione straordinaria e ora che ho avuto l’opportunità di entrarci ho scoperto che è proprio così. Lo spirito degli associati e la loro amicizia sono eccezionali. I duri amano Venezia con sincerità, sono generosi, felici di poter fare beneficienza e a tutte le età non perdono lo spirito ed il desiderio di divertirsi stando insieme. Io mi riconosco nei Duri.

Quando non lavoro cerco di stare con la famiglia e gli amici. Una delle mie passioni è la pratica dello sport in particolare il tennis e lo sci. Un’altra mia grande passione è il vino che mi ha portato a, conseguire prima il diploma di assaggiatore e poi quello di sommelier. E una cena con i Duri è anche un’ottima occasione per bere ed assaggiare qualche bicchiere di vino tra amici, magari trattenendosi a bere l’ultimo con i più nottambuli del gruppo!”

Ce n’é a sufficienza per capire e riconoscere un vero Duro, sono certo che l’amicizia, l’armonia ed i valori che si respirano nei nostri incontri sapranno confermarti nell’orgoglio di appartenere a questo Sodalizio.

Ben arrivato Fabrizio, Duri ! Renato.

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