1 marzo 2013 | Intervista a Piero Reis

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Ciao Piero, vuoi presentarti? Molti ancora non ti conoscono e credo questa possa essere una buona occasione per farlo.

Sono nato a Udine il 7 novembre del 1958, e sono cresciuto a Teglio Veneto, paesino ai confini con il Friuli in cui mio nonno si era trasferito con la famiglia ai tempi delle leggi razziali, costretto a lasciare Venezia, dove nell’800 si era stabilito il mio trisnonno Ignazio Levi. (Vedi anche un’altra pubblicazione dove si parla del mio bisnonno Edoardo). Teglio è un paese un po’ fuori dal tempo, dove ancora si vive con i sani valori della campagna di una volta.

Faccio l’avvocato, mi occupo di diritto civile e commerciale, soprattutto di società e contratti, sono consigliere di amministrazione di alcune società che si occupano di attività di holding in Lussemburgo, di agroalimentare in Spagna, Portogallo e Mozambico, di immobiliare a Venezia; e sono Console Onorario del Belgio per il Veneto. Ho un tipo di lavoro che per mia fortuna mi fa viaggiare molto, ma il posto che amo di più è la nostra città.

Come sei arrivato dalla campagna a Venezia?

Quasi per caso. Nel 1981 mio padre aveva comprato una casa a Venezia con l’idea di passarci i fine settimana; io mi sono innamorato della città, ho avuto la fortuna di conoscere Angelo Maggiolo, uomo straordinario e straordinario avvocato, che mi ha preso in studio con lui e mi ha insegnato la professione, da grande maestro qual era. E così che sono diventato veneziano, in un periodo in cui i giovani da Venezia se ne andavano. Più tardi mi sono innamorato di Martina, una veneziana doc, e ora abbiamo due bimbi, Edoardo e Margherita, che hanno due anni e mezzo.

Ami Venezia, ma sei spesso in viaggio…..

Si, viaggio molto per lavoro, e quando posso anche per vacanza. Adoro viaggiare, è una delle cose che più mi piacciono. Per fortuna piace anche a mia moglie, e spero che anche i nostri bimbi crescano con questa passione.

Viaggiare fa crescere, vedere nuovi posti e conoscere persone e costumi diversi dai tuoi ti arricchisce. Da qualche anno ho la fortuna di seguire un lavoro in Mozambico e di andarci spesso, e ne sono rimasto affascinato, è proprio vero che esiste il mal d’Africa. In Italia e in Europa viviamo e conviviamo con il fantasma della crisi, mentre lì vedi la crescita a vista d’occhio, la gente ha voglia di fare, c’è molto spazio per nuove attività; fa veramente piacere lavorare vedendo sviluppo e voglia di crescere, e l’entusiasmo che si respira in un paese giovane.

Hai altri interessi oltre ai viaggi?

Adoro i libri, e la lettura. Sono un bibliomane, e mi piace leggere un po’ di tutto, romanzi, saggi, libri di storia; in particolare la storia dei templari, la storia e la cultura ebraica, la filosofia ermetica ed esoterica. E amo le opere di Goldoni, le sue commedie, che rileggo spesso, e le Memorie; e anche le opere di Casanova, che, come quelle di Goldoni, sono un bellissimo spaccato di vita e di storia.

Altro mio hobby sono i libri antichi, soprattutto i libri veneziani illustrati del ‘700. Mi piace anche l’antiquariato, che però da qualche tempo trascuro perché mi è venuta la passione per l’arte e la pittura moderna africana, soprattutto mozambicana, e mi sto dedicando a quella.

Amo la buona tavola e il buon vino, e la compagnia degli amici. Ed ho la fortuna di avere una moglie che è una buona cuoca, e asseconda la mia voglia di convivialità.

Non sono uno sportivo, scherzando dico che lo sport fa male, ma mi piace molto passeggiare. Sono stato un cacciatore, e mi spiace molto aver dovuto smettere per un problema di vista.

Qualcosa sul tuo carattere?

Mi ritengo uno spirito libero, o meglio un libero pensatore. Sono ottimista e tollerante, un po’ intransigente, piuttosto curioso, un po’ timido. Tengo molto all’amicizia, e alla lealtà. I miei amici dicono che sono un inguaribile ritardatario, io mi definisco un puntuale con molti contrattempi …

Come ti sei avvicinato a Duri i Banchi?

Ho sentito spesso parlare della Società e delle sue iniziative, senza capire bene cosa fosse. Sapevo che ne faceva parte l’amico Gigi Danesin, e poco altro. Poi qualche tempo fa me ne ha parlato Aldo Navoni, altro caro amico, e grazie a lui e a Renato Bonaso, che mi hanno fatto da padrini, il 27 giugno del 2012 sono stato battezzato. E da subito mi ha colpito, oltre alla simpatica cerimonia, lo spirito che si respira nel sodalizio, veramente un concentrato di simpatia e di venezianità.

Adoro Venezia, forse sono un sognatore, ma nonostante tutto credo nel suo futuro, e sono convinto che possa riprendersi. I Duri fanno molto per mantenerne viva l’anima, sono veramente lieto di aver potuto entrare nel gruppo. e vi ringrazio per avermi accolto, con un forte …

DURI!!!

Grazie molte Piero per la tua disponibilità, da oggi sappiamo qualche cosa di più su di te e sulla tua bella famiglia, Duri! Renato

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